donato carrisiAutunno 2008. Il dattiloscritto de “Il suggeritore” fa il giro del mondo e ancora prima dell’uscita in Italia viene venduto nei principali paesi esteri: l’autore è Donato Carrisi, che resta in classifica per ben 30 settimane. Dopo 11 edizioni del romanzo d’esordio, nel 2011 esce sempre per Longanesi “Il tribunale delle anime” che consacra Carrisi nell’Olimpo degli scrittori thriller. Incontriamo di nuovo Donato (dopo l’intervista del 2010) per parlare un po’ di lui e di come ha concepito questo nuovo romanzo, ideato con un costrutto innovativo ma che si veste di quello stile divenuto proprio dell’autore. Una trama ben ordita, in cui l’arazzo della vicenda prende forma poco a poco, facendo attenzione ai particolari che potrebbero increspare la trama se troppo subitanei. Quella di Carrisi è una genialità che sembra percorrere un dedalo dal quale si può uscire solo muovendosi con i tempi e le modalità che ha deciso per noi l’autore, e solo dopo aver condiviso le sofferenze di quei personaggi che giocano i ruoli chiave all’interno della vicenda. Vittime che non sanno di esserlo, capaci di armare la propria mano in nome di un sentimento mai rimosso. Chi è Marcus? L’uomo misterioso che segue faticosamente le briciole della sua memoria per ritrovare il sentiero del proprio passato e del proprio destino? Sandra della scientifica sta seguendo le giuste “anomalie” di quei fatti di sangue ancora irrisolti? Chi sono le anime da redimere? E chi si innalza al di sopra del peccatore per giudicarlo? Empatia, rabbia, mistero, suspence, idiosincrasie e aberrazioni sono i figli partoriti da questo thriller senza precedenti.

[D]: Ciao Donato e ben tornato al Thriller Cafè. Mentre ti offriamo un caffè ti chiediamo: è stato faticoso concepire questo nuovo romanzo?
[R]: “Grazie per il caffè intanto… Sì, è stato faticoso perché si aspettano tutti che tu cada o confermi il successo. Con il primo romanzo sei solo un esordiente, con il secondo diventi scrittore. Il peso è grande ovvio, ma non sono spaventato, nutro un grande rispetto nei confronti del pubblico e si merita il meglio che possa dargli.”

[D]: Ogni personaggio gioca un ruolo fondamentale all’interno della vicenda, qual è stato il più complicato da concepire?
[R]: “Sicuramente Marcus, perché è un personaggio con un’amnesia, un vuoto nel vuoto. Io la sua memoria la conoscevo e dovevo fare trasparire i suoi ricordi con degli appigli. I personaggi vivono con il loro passato, lui oltre che senza memoria è anche un solitario e questo ha complicato le cose.”

[D]: Ci sono molti passaggi temporali tra il prima e il dopo di un dato evento, perché questa scelta?
[R]: “Perché per me il tempo non è rilevante…”

[D]: Ti risulta facile?
[R]: “Sì, è un po’ la mia caratteristica. Mi sono allenato nel tempo per creare questa struttura, mi piacciono più livelli nella storia. Scrivo la struttura prima della scrittura per riuscirci, poi sono un appassionato di Christopher Nolan, (Memento). Cerco sempre di creare e disfare la trama.”

[D]: Quale dei tuoi romanzi ti ha impegnato di più?
[R]: “Questo, “Il tribunale delle anime”.”

[D]: La scelta di ambientarlo a Roma è stata inevitabile?
[R]: “Sì, a quel punto da italiano volevo appropriarmi della mia città. Roma è stata nei secoli scenario di tante situazioni, storie, ma mai di una storia thriller.”

[D]: Non pensi che l’ambientazione italiana stoni con alcuni nomi dati ai personaggi?
[R]: “No, perché Roma oramai non è solo italiana, ho scelto di dare nomi non comuni perché è popolata da diverse etnie.”

[D]: Qualcuno vedeva nel precedente romanzo una voglia di scrivere una vicenda che non fosse legata ad ambientazioni nostrane, con “Il tribunale delle anime” hai voluto tornare a casa?
[R]: “Non credo sia lo scrittore a scegliere… ne “Il suggeritore” era giusto che non ci fosse un’ambientazione precisa, questo serviva per attirare il lettore. In questo caso invece, non si poteva prescindere da Roma, anche se a un certo punto sono scappato fuori città per descrivere questa “Gotham City” che avevo in testa.”

[D]: Nel volume si racconta di peccati… a tuo avviso qual è il peccato più grande che si possa commettere?
[R]: “Ci sono tanti tipi di peccato, il peggiore a mio avviso è la calunnia piuttosto che l’omicidio.”

[D]: È peggiore secondo te chi commette un reato o chi spinge un altro a compierlo?
[R]: “Chi lo commette sicuramente… anche se chi spinge a farlo compie un atto riprovevole.”

[D]: Nel tuo romanzo c’è una struttura facilmente riconducibile ad un film, ti senti di dire che scrivi per immagini?
[R]: “Sì, dipende dalla mia (de)formazione di sceneggiatore. Un lettore qualche tempo fa mi ha detto che i miei libri sono in 3D, ed è stata un’osservazione che mi ha fatto molto piacere. Significa che con il mio libro stai dentro la storia.”

[D]: Siamo pienamente d’accordo… ora vogliamo conoscerti meglio, cosa fai nel tempo libero?
[R]: “Scrivo! In realtà lavoro sempre e mi diverto. Quando vado al cinema alle dieci di mattina, mentre gli altri sono in ufficio, sto lavorando come loro! Le storie ti colgono all’improvviso, non puoi avere una regola.”

[D]: Un libro che salveresti da un incendio?
[R]: “Tutti. Non conosco libri che meritino il rogo, solo libri che possono essere chiusi. Quelli che non mi piacciono li abbandono in giro, in treno, magari li trova chi li può apprezzare. Quelli che mi piacciono invece li tengo. Ogni libro ha un suo messaggio.”

[D]: Anche quelli di difficile lettura?
[R]: “Anche quelli ce l’hanno. Anche un brutto libro può essere utile. Chi non legge thriller perché si sente superiore per esempio non sa cosa si perde, quelli che mi dicono di avere un gusto letterario invece, mi fanno arrabbiare. Io non ho gusti, sono solo una persona curiosa, ed è quello che dovrebbe essere ogni lettore.”

[D]: Regalaci l’immagine di quando scrivi un romanzo?
[R]: “Ovunque… anche in metro a Roma. Alcuni pezzi de “Il tribunale delle anime” li ho scritti in stazioni di servizio. Scrivo dove mi capita, non sono un tipo preciso. Scrivo anche sms con il telefonino che poi mando agli amici che me li conservano.”

[D]: L’Italia è sempre più spesso teatro di omicidio e casi irrisolti, cosa ne pensi?
[R]: “Non solo l’Italia ma il mondo. Non esiste il delitto perfetto ma indagini imprecise.”

[D]: Sei stato chiamato come opinionista in programmi che indagavano alcuni tra i più attuali casi di cronaca nera, come ti sei sentito in quella veste televisiva?
[R]: “Benissimo… mi piace la tv fatta con moderazione.”

[D]: E se ti invitano a un altro tipo di programma?
[R]: “Dipende da chi lo fa. Rispetto il pubblico e se non ho niente da dire è inutile che presenzi. Ecco perché partecipo a pochi programmi come Matrix, poi scrivo per il Corriere e Vanity… sono piuttosto ricercato.”

[D]: Ma sei un tipo riservato?
[R]: “La mia vita privata è sacra, per il resto sono un personaggio pubblico e non posso sottrarmi a certi obblighi.”

[D]: Il primo riscontro sul romanzo?
[R]: “Ottimo un po’ dappertutto.”

[D]: E’ importante essere un volto televisivo?
[R]: “Sì assolutamente, è fondamentale.”

[D]: Sei instancabile?
[R]: “Non mi fermo mai…”

[D]: Quando vedremo la trasposizione cinematografica de “Il suggeritore”?
[D]: “Non ve lo dirò mai (ride)….”

[D]: L’ultima volta ci hai intimato che se ce lo avessi rivelato avresti poi dovuto ucciderci… questa volta siamo state più fortunate…
[R]: “Già… (ride), dai, siamo a un buon punto, presto vi darò notizie…”

[D]: Emozionato al pensiero di conoscere le opinioni del pubblico?
[R]: “Non posso pensare alla delusione delle persone, sicuramente ci saranno quelli che apprezzano, anche se non sempre il pubblico lettore e di sala coincide. Il lettore che ha una fervida fantasia magari si è immaginato il film in modo diverso. Ma bisogna accettare tutti i giudizi altrimenti vivremo in compartimenti stagni.”

[D]: Donato stiamo per salutarti… Cosa vuoi dire ai nostri lettori di Thriller Cafè?
[R]: “Thriller e caffè… accostamento straordinario, è esattamente la dimensione dello scrittore thriller. Un bel posto dove sentire parlare di libri.”

[D]: Grazie ne siamo lusingati!
[R]: “Internet a mio avviso viene meno come divulgatore in questo periodo. Per esempio Anobii è una fregatura perché nella prima recensione ha dato lo spazio ad un fesso che ha scritto: “pessimo Carrisi” prima che uscisse il libro, se queste recensioni non vengono cassate… Anobii non fa nulla neanche per impedirle. Vi sono state però delle proteste di alcuni lettori. Non mi fido più… molti blogger se la cantano e se la suonano. Di altri invece, mi fido, ma ci sta che internet abbia certi meccanismi. Ci sono un sacco di scrittori frustrati che ti penalizzano per questo. La stroncatura va bene se onesta, anzi chi paga il biglietto ha il diritto di dire la sua, così come lo scrittore ha il diritto di fregarsene.”

[D]: Siamo contente di questo sfogo, aiuta il pubblico a conoscerti meglio… ti ringraziamo per averci regalato il tuo tempo e la tua fiducia, avevamo promesso ai lettori di Thriller Cafè di rincontrarti e abbiamo mantenuto la promessa. Questo però è solo un arrivederci al prossimo romanzo!
[R]: “Grazie a voi ragazze, ancora un saluto a tutti!”

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Articolo protocollato da Arianna e Selena Mannella

Arianna e Selena Mannella Collaborano al magazine Albatros per il quale intervistano personaggi del jet set nazionale e internazionale e con Thriller Magazine, nel quale curano la rubrica “Ordinaria Follia”. Sono addette stampa e editor.

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