Dannate ragazze di Robin WassermanHarperCollins Italia porta nelle nostre librerie Dannate ragazze di Robin Wasserman, un romanzo pubblicato in originale nel 2016 con il titolo di Girls on Fire e che rappresenta un importante cambio di direzione per un’autrice fino a questo punto nota per la sua produzione young adult.

Dannate ragazze arriva dopo circa un decennio di nel quale Robin Wasserman ha pubblicato alcune apprezzate serie rivolte a lettori adolescenti, quali per esempio la trilogia Skinned, la serie Chasing Yesterday e i libri del ciclo Seven Deadly Sins, oltre a ben conosciuti romanzi a sé stanti quali The Book of Blood and Shadow (2013) e The Waking Dark (2014).

E per differenziare la sua produzione letteraria l’autrice ha scelto un titolo di grande impatto, che ha già fatto discutere stampa e lettori esteri, con frequenti richiami a romanzi quali American Psycho per via di alcune scene molto crude ed efferate, anche se a nostro modo di vedere tale paragone si limita a un confronto superficiale, in quanto differiscono di gran lunga motivi e metodi di impiego fra l’autrice e Bret Easton Ellis.

Cerchiamo ora di riassumere per linee generali la trama di Dannate ragazze, per passare quindi a esprimere la nostra valutazione critica su questo nuovo volume targato HarperCollins Italia.

Immaginate una piccola cittadina della Pennsylvania, primi anni Novanta, due ragazze poco appariscenti, che raramente vengono notate a scuola, Hannah Dexter e Lacey Champlain.
Lacey ha traslocato da quelle parti solo recentemente: capelli neri e una spiccata passione per il grunge e in particolare per Kurt Cobain, ha destato un po’ di sospetto e curiosità fra i suoi compagni ma continua a rimanere sola, mentre Hannah sola lo è da anni.

Quando Lacey comincia a mostrarle interesse e voglia di stringere amicizia, Hannah è contentissima dell’attenzione: nasce un legame molto forte ed esclusivo fra le due ragazze, un legame basato inizialmente sul fatto che entrambe non riescono a sopportare Nikki Drummond, la ragazza più popolare della scuola e anche la più antipatica, sempre pronta a disprezzare il prossimo, totalmente concentrata su di sé e parecchio stronza con molte altre compagne.

Nemmeno la morte per suicidio di Craig Ellison, che era il suo ragazzo ed è stato trovato nel bosco con una pistola in mano e una pallottola in testa, tre giorni dopo la sua scomparsa durante la notte di Halloween, sembra aver colpito Nikki, che continua a comportarsi come se nulla fosse accaduto.

Lacey ha comunque un forte carisma e non esita a usarlo su Hannah: ben presto la loro amicizia diventa troppo esclusiva e autoreferenziale, totalmente impermeabile all’esterno. E, lentamente, il legame fra le due comincia ad avventurarsi in territori sinistri: Lacey mostra interesse verso il satanismo giungendo a perfino a “battezzare” il suo fratellino con una croce rovesciata e del sangue preso da una bistecca cruda. La madre di Hannah non è per nulla contenta della nuova amica di sua figlia, ma il padre sembra invece soddisfatto della cosa, e forse un po’ troppo conciliante con Lacey: il legame sempre più forte fra le due sembra ormai essere la ricetta perfetta per un futuro disastro.

Sia la letteratura che il cinema ci hanno regalato in passato molte ottime storie su legami di amicizia fra teenager che diventano spesso troppo morbosi e chiusi a ogni influenza esterna, finendo per causare danni psicologici quando non qualcosa di ancora più grave. Rimanendo al cinema e limitando il campo di ricerca a soli due titoli riguardanti amicizia fra ragazze, possiamo ricordare Creature del cielo o, più recentemente, Beware the Slenderman, che è un documentario che ricostruisce un tragico fatto realmente accaduto.

Potremmo quasi dire che Robin Wasserman sceglie di saltare dalla narrativa young adult a quella “adult” con una storia che conserva ancora molti legami con i suoi romanzi precedenti: sono per esempio parecchi i riferimenti alle teenager protagoniste di Seven Deadly Sins, così come la piccola cittadina della California e la scuola che fanno da sfondo a quei sette volumi sono tutto sommato simili a quelle che incontriamo in Dannate ragazze.

Se però rimangono invariati i protagonisti, ecco che cambia prepotentemente il tono impiegato dall’autrice, che diventa ben più esplicito e scabroso e non risparmia nessuno, Sia il personaggio di Hannah (ribattezzata dall’amica “Dex”) che quello di Lacey e, sebbene in misura minore e più stereotipata, quello di Nikki sono ben delineati e la scelta di narrare gran parte del romanzo impiegando i pov in prima persona delle due amiche è basilare per la riuscita dell’opera.

Opera che ha un interessante twist con la momentanea scomparsa di una delle due amiche (non rivelo altri particolari per non esporvi a spoiler), altra scelta ben funzionale alla storia perché permette di conoscere meglio una delle due ragazze e al contempo far tornare in azione un terzo personaggio.

Il linguaggio usato fa largo impiego di termini volgari e alcune scene non lasciano quasi nulla all’immaginazione e scorrendo alcune pagine è facile comprendere tutti quelli che hanno evocato paragoni con American Psycho, anche se ci aggiriamo in territori narrativi drasticamente diversi.

Robin Wasserman è molto brava nel farci capire che abbiamo a che fare con ben tre adolescenti disfunzionali che possono vestire sia i panni della vittima che quelli del boia, e a far ricadere (principalmente grazie ad alcuni capitoli narrati in terza persona) parte delle colpe su alcuni genitori che sembrano altrettanto disfunzionali.

Dannate ragazze è un ritratto tanto efficace quanto disperato di certa suburbia statunitense che, nella tranquillità delle linde villette, è in grado di dar vita a mostri ben peggiori di quelli metropolitani.
Ritratto che Robin Wasserman esegue con tinte forti e colori accesi, ma anche con una rara dose di empatia nei confronti di simili personaggi, empatia che ci viene trasmessa e che proviamo anche se ci viene ricordato costantemente, fin dall’inizio, che abbiamo a che fare con persone disturbate e che è meglio non aspettarsi un lieto fine da favoletta.

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