Corpi di passaggioCorpi di passaggio, romanzo di Andrea Cedrola edito da Fandango, è il libro che recensiamo per chiudere la settimana al Thriller Café.

Quando il poliziotto Mariano Palumbo da Potenza arriva alla stazione di Roma, quel giorno di aprile del 1953, non lo fa certo con l’animo di un turista: deve svolgere un’incombenza tanto triste quanto assurda. Deve andare a vedere il corpo della sua fidanzata, Ines, prima misteriosamente scomparsa e poi ritrovata morta sulla spiaggia di Torvaianica. Ines aveva ventun’anni, figlia di un falegname del Salario, era una ragazza tranquilla, senza grilli per la testa. Davvero non si capisce come mai sia morta e giornalisti e curiosi con le loro voci e congetture non sono certo d’aiuto: dicono che si è suicidata, dicono che è scivolata facendo un pediluvio, dicono tante cose e presto qualcuno insinua anche quel dubbio, quello più tetro e doloroso, quello che sia stata ammazzata. Ne è sicuro Mariano Palumbo e a quanto pare non è l’unico: c’è un uomo che indaga nell’ombra, provato da rabbia e dolore, convinto di sapere chi ha ammazzato Ines. E’ Gerardo Conforti, semplice autista di un principe, che indaga alla ricerca di indizi per provare che l’assassino è Augusto Trovatore, colui che gli ha ucciso il padre anni prima, nella Milano fascista. Sarà proprio Conforti, in un torrido giorno di luglio del 2012, a raccontare tutta la storia alla nipote Katia – rendendone indirettamente edotti anche noi – e ripercorrendo con flash-back confusi e frammentati tutta la vicenda, mischiando la sua vita privata, le congetture sue e di altri e i fatti veri e propri. Il risultato è un giallo torbido, elegante e oscuro, dalla trama fitta e difficile da penetrare… ma ispirato a un caso reale. E’ il caso Montesi che, dimostrando per primo il legame tra soldi, potere e politica, scosse le cronache giudiziarie del secondo Novecento. Come nella realtà, anche nel romanzo intorno ad una morte misteriosa ruotano e si confondono personaggi ambigui, loschi, potenti, smidollati, senza scrupoli… tutti con le loro vite vuote, gli affari sporchi, gli intrallazzi. Marchesi, principi, faccendieri, imprenditori, gente di spettacolo, gente insignificante… vite doppie, parallele, aggrovigliate… tutti corpi, corpi di passaggio impigliati nella rete dell’interesse, del sistema, del successo ad ogni costo. E i personaggi perdono di nitidezza e di importanza in questo guazzabuglio effimero e inconsistente; e tutto affoga nella calura in una spiaggia squallida, in una riserva di caccia per ricchi, in un cimitero d’estate.

Come in un percorso accidentato tra i ricordi, con incedere sapientemente rallentato e a singhiozzo, Andrea Cedrola ci racconta, per bocca di Gerardo Conforti, un caso scottante dell’Italia del dopoguerra in cui c’era posto per tutti, ma per emergere bisognava farsi largo sgomitando e spintonando. E pazienza se bisognava scendere a compromessi, sporcarsi le mani, mentire o tradire. E a farne le spese con la vita, in questo caso, fu una ragazza, Ines… ma siamo davvero certi che lei fosse così trasparente? Insinuando e sottintendendo, Cedrola ci guida in un mondo infido in cui è difficile dire chi sia innocente e chi colpevole. Conforti, poi, quest’io narrante così singolare, ha tutta una storia a sé, difficile da interpretare, complessa da delineare. In La speranza è un vizio privato (Fandango 2016) ci aveva già raccontato un altro caso, un’altra indagine che lo riguardava da vicino. Qui lo ritroviamo vecchio, con all’attivo tanti errori e una voglia di parlare, di raccontare le volte che il male si è insinuato nella sua vita fino a rovinarla. Andrea Cedrola non è nuovo al giallo, né alla trattazione di temi scottanti e di spessore. Quella con Gerardo Conforti sembra proprio una serie di gialli destinati a chiarire molte ombre della nostra società.

Una lettura complessa, Corpi di passaggio, un giallo sui generis, complicato, a tratti ostico, perfetto per chi non si fa bastare serial killer, crimini efferati e adrenalina, ma accetta le sfide, vuole capire e conoscere di più la società italiana degli anni Cinquanta… che forse non è poi tanto dissimile da quella di oggi.

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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