Charlie "Bird" Parker

Non crediamo più nel male ma soltanto negli atti malvagi, che possono essere spiegati dalla scienza della mente. Il male non esiste, e crederci significa essere preda della superstizione, come guardare sotto il letto la sera o avere paura del buio. Ma esistono coloro per i quali non possediamo risposte facili, che esercitano il male perché è la loro natura, perché sono malvagi.

(…) È facile sconfinare nel buio ai margini della vita moderna, e una volta che ci ritroviamo soli e perduti scopriamo che lì vi sono presenze in agguato. I nostri antenati non si sbagliavano nelle loro superstizioni: abbiamo ragione a temere il buio. E così, allo stesso modo in cui era possibile percorrere un sentiero che da una torbiera in Danimarca conduceva a una palude del Sud, cominciavo a credere che anche il male potesse essere seguito attraverso l’esistenza della nostra razza. Esisteva una tradizione del male, che scorreva al di sotto dell’esperienza umana come le fogne sotto una città, e che proseguiva anche dopo che uno dei suoi elementi costitutivi veniva distrutto, poiché questo non era che una piccola parte di una realtà più ampia e oscura. Se non avessi potuto combattere il male nella figura del Viaggiatore, allora l’avrei trovato in altre forme. Credo in ciò che dico. Credo nel male perché l’ho toccato con mano, e ne sono stato toccato.

Chi è Bird?

Se vi venisse la curiosità di googlare Charlie Bird Parker, in breve la vostra home sarebbe sommersa dalle notizie su un noto jazzista. Non spaventatevi, non è ancora il momento: è solo un curioso caso di omonimia che Bird spiega così: «No, i miei genitori non sapevano nulla di jazz. A mio padre piaceva semplicemente il nome. La prima volta che sentì nominare Bird Parker fu al fonte battesimale. Gliene parlò il prete, che a quanto mi hanno detto era un grande appassionato di jazz. Era felice come se mio padre gli avesse annunciato che avrebbe battezzato i suoi figli con i nomi dei membri dell’orchestra di Count Basic. Mio padre, al contrario, non era raggiante all’idea di dare al suo primogenito il nome di un jazzista di colore, ma a quel punto era troppo tardi per trovarne uno diverso.».

Ma chi è, allora, Charlie Parker detto Bird? Charlie è stato un poliziotto, figlio e nipote di poliziotti; un poliziotto del Dipartimento di New York, un poliziotto con una moglie, Susan, con cui i rapporti si erano raffreddati, con una figlia di tre anni, Jennifer, e con una passione ingombrante: la bottiglia. Bird la strada della bottiglia l’aveva intrapresa per frustrazione, insicurezza, pressione; i rapporti con la moglie si erano deteriorati per questo, i colleghi lo consideravano un'”infezione” più che qualcuno da compatire… poi una sera, dopo una lite con la moglie e svariate ore passate al bar a bere, rientrando in casa Bird aveva trovato la moglie e la figlioletta barbaramente uccise, mutilate, accecate, la pelle scorticata in un macabro quadro. Da quel momento Bird non ha mai più toccato un goccio d’alcool, ha smesso la divisa della polizia ed ha cominciato a cercare l’assassino. Ha finito per trovarlo, ha creduto di mettere la parola fine, ma i fantasmi del passato continuano a perseguitarlo. Da allora Bird lavora come investigatore privato. All’inizio della sua prima investigazione, pochi mesi dopo l’omicidio della sua famiglia, Bird si descriveva così: “Avevo ancora un buon aspetto, mi dissi, malgrado tale valutazione fosse il risultato dell’insicurezza e non della vanità. Alto poco meno di un metro e ottanta, conservavo ancora qualcosa del mio fisico da sollevatore – le spalle larghe, la definizione dei bicipiti e dei tricipiti e un petto che era quanto meno più ampio di due uova fatte friggere sul marciapiede – e non avevo ripreso molto del grasso perduto nel corso dell’anno. Avevo ancora i miei capelli, malgrado vi fosse del grigio che avanzava dalle tempie e cospargeva il ciuffo sulla fronte. I miei occhi erano sufficientemente chiari da essere definiti grigiazzurri, incastonati in un volto leggermente allungato e ormai profondamente intagliato attorno agli occhi e alla bocca dai segni di un dolente ricordo. Ben rasato, con un taglio decente, un bell’abito e un’illuminazione lusinghiera sarei potuto sembrare quasi rispettabile. Con la luce giusta avrei perfino potuto sostenere di avere trentadue anni senza che la gente ridacchiasse troppo forte. Erano soltanto due anni in meno dell’età riportata dalla mia patente, ma queste cose acquistano importanza a mano a mano che si invecchia“.

Chi c’è al suo fianco?

Sobrio, non particolarmente loquace, preciso e reattivo, Bird non esita, quando serve e serve spesso, a ricorrere alla violenza. Non è il tipo che si lascia intimorire e la sua faccia, evidentemente, non lascia spazio a dubbi, perciò è normale che abbia nemici ovunque vada. Ha, però, pochi e fidati amici che condividono con lui le maniere forti – vedi i fratelli Fulci e l’ex militare Jackie Garner – ed una sorta di etica della violenza che non è mai fine a se stessa, ma sempre in qualche modo giustificata. Esempio lampante dei fautori di quest’etica sono Angel e Louis, i più fidati amici e collaboratori di Parker, uno scassinatore e un assassino che, oltre ad una precisione e velocità di azione sorprendenti nel colpire, dimostrano senso dell’onore, dell’amicizia e della riconoscenza. I due uomini stanno insieme e si completano nelle loro tante differenze. Ma non dimentichiamo che Bird, prima di diventare un detective privato, era un poliziotto e che vanta, quindi, ancora qualche amico nelle file dei cosiddetti buoni. Per il dipartimento di New York abbiamo Walter Cole, amico e collega di vecchia data di Bird, lo ha aiutato nel periodo successivo all’omicidio di Susan e Jennifer, non ne approva i metodi poco ortodossi, ma se messo davanti al fatto compiuto difficilmente riesce a ribattere a Parker o a trovare soluzioni alternative altrettanto efficaci. Fra i federali c’è, inaspettatamente, Ross, l’agente che nel primo romanzo della serie aveva dato molto filo da torcere a Bird mostrando di mal tollerarlo e di avere una gran voglia di chiuderlo in una cella. I rapporti tra i due, in seguito, miglioreranno notevolmente.

E poi c’è Rachel Wolfe, la psicologa consulente della polizia con cui, dopo la morte di Susan, Bird intraprende una relazione e con la quale avrà anche una figlia, Samantha. Sin da subito, però, è chiaro che la relazione non è destinata a durare a lungo: Rachel non sopporta la violenza, non accetta i metodi usati da Parker, è evidente che prova ad allontanarsene e sembra provare addirittura repulsione anche solo per il ricordo delle scene a cui ha dovuto prendere parte.

In generale, l’amicizia riveste un ruolo importante nelle storie e nella vita di Charlie Parker: sin dal primo romanzo non è difficile avvertire l’importanza che sia i personaggi comprimari che il detective stesso attribuiscono all’onore, al rispetto, alla parola data, al rapporto d’amicizia appunto. E proprio a Bird toccherà imparare un paio di lezioni molto amare e pericolose sui falsi amici.

I nemici

Proprio a proposito di lezioni, la prima gliela darà proprio il Viaggiatore, il primo serial killer su cui Parker investiga, quello più importante, l’assassino della moglie e della figlia. Da lui Parker imparerà che il male, talvolta, può rivelarsi più forte dell’amicizia… e più vicino di quanto si creda. Nel prosieguo della serie saranno in molti i criminali incontrati da Parker collegati in qualche modo con questo killer primario. Ma, in generale, gli avversari, gli antagonisti, coloro con cui Parker dovrà confrontarsi saranno tutti importanti nel suo percorso: è tramite loro che Parker può combattere il male; è spegnendo il loro piacere nell’arrecare dolore che Bird potrà dare sollievo a chi gli chiede aiuto e giustizia. Oltre al viaggiatore, nel primo romanzo Parker scova anche Adelaide Modine, una donna facoltosa che nasconde un passato e un presente demoniaco, fra violenze, omicidi e sevizie su bambini durate decenni.

Tra gli altri antagonisti c’è Caleb Kyle, che sin dagli anni ’60 è coinvolto nella scomparsa di molte giovani donne e che con Bird ha un legame col passato: il caso irrisolto che lo riguardava era stato il motivo principale per cui Bob Warren, il nonno di Bird, all’epoca vicesceriffo, aveva lasciato la polizia. A distanza di anni il killer miete ancora vittime e sarà proprio Bird a ritrovarlo sulla sua strada.

Ci sono poi i Faulkner – o meglio, il reverendo Aaron Faulkner, fondatore negli anni sessanta di una comunità religiosa della quale successivamente si erano perse le tracce. Il reverendo, nemico giurato di Bird, si autonomina giudice del genere umano, irrimediabilmente colpevole e corrotto dal peccato. Lo affiancano i suoi due figli, Leonard e Muriel.

Vi sono poi avversari più afferenti alla dimensione soprannaturale, come l’Angelo nero, Ashmael – un angelo alla perenne ricerca di suo fratello, per il quale è disposto a tutto.

Brightwell è il braccio destro di Ashmael ed uno dei suoi più fedeli sicari. Virtualmente immortale, è anche un “sepolcro di anime”: al suo interno continuano a vivere prigionieri gli spiriti delle creature che ha ucciso.

C’è il Collezionista che gode nell’appropriarsi di un oggetto delle vittime a mo’ di trofeo per i suoi omicidi; e poi ancora Bliss, il killer dei killers, un assassino la cui sfida e il cui piacere è  uccidere altri assassini.

Mr Goodkind, infine, è una creatura demoniaca il cui destino sembra strettamente legato a quello di Parker. Possiede vari nomi e viene visto in modi diversi da persone differenti: Parker lo vede come una replica di sé stesso.

In generale, comunque, tutti gli avversari di Bird hanno in sé un legame col male, e col male inflitto ad altri.
Combatterli, per Bird, non vuol dire solo liberare il mondo dal male, ma è anche un modo per combattere i propri rimorsi, i sensi di colpa, l’inadeguatezza.

La dimensione soprannaturale

I romanzi con protagonista Charlie Parker potrebbero essere definiti thriller con tendenze verso l’Hard-boiled: le trame sono intrecciate, stratificate, complesse; le vicende vengono quasi sempre raccontate da Parker in prima persona; c’è un grado molto alto di violenza, molto sangue, molte armi, moltissimi morti. Ma c’è un aspetto che li rende peculiari ed affascinanti: il binomio inscindibile quanto apparentemente improbabile tra violenza fisica e dimensione soprannaturale. Bird dimostra sin da subito un’apertura, una predisposizione al soprannaturale: riesce ad entrare in contatto con i morti che gli appaiono come fantasmi, sia nel loro aspetto naturale – quello di quando erano in vita – sia coperti di sangue o comunque feriti. Per Bird non sono fantasmi, lui sa che non sono frutto dell’immaginazione, ma presenze reali, in grado di mandare segni, messaggi, richieste di aiuto. Molto spesso gli è comparsa la moglie, Susan, ma molto più spesso coloro che gli appaiono sono gli uccisi, i morti di morte violenta, i demoni senza pace, i cosiddetti “angeli caduti” di matrice biblica. Parker crede nel male perché può vederlo e toccarlo e perché egli stesso ne è stato toccato. E proprio perché sa che esiste, è pronto a combatterlo. Egli sa che il male può annidarsi in chiunque, dal più ricco al più povero, dal montanaro rude alla donna elegante; il male che egli combatte è quello inflitto agli altri in modo volontario, consapevole; i criminali che egli stana provano spesso godimento dal provocare dolore.

L’aspetto soprannaturale e il contatto di Parker con la morte tende ad intensificarsi man mano che la serie prosegue e l’esperienza acquista sempre maggiore intensità perché è proprio Parker a narrarcela in prima persona, quindi non risulta artefatta o fittizia, ma del tutto imprevedibile ed autentica.

I romanzi con Charlie Parker

Charlie Bird Parker, nato dalla penna dello scrittore irlandese John Connolly, appare in numerosi romanzi e un racconto, non ancora tutti tradotti in Italia. Il ciclo di Charlie Parker è stato pensato da John Connolly come una sequenza narrativa più che una serie, infatti ogni romanzo racconta un’indagine autoconclusiva e, sebbene le trame siano legate dalle vicende private del detective, i riferimenti sono scritti in modo che ciascuno possa leggere anche un singolo romanzo riuscendo a comprendere per grandi linee la vicenda personale senza particolari vuoti narrativi o spoiler. Ad ogni modo, sarebbe sempre consigliabile cominciare dal primo romanzo e poi proseguire in sequenza. La prima apparizione di Parker risale al romanzo Tutto ciò che muore del 1999, tradotto in Italia da Stefano Bortolussi per Rizzoli nel 2000; la pubblicazione dei romanzi seguenti è divisa tra Rizzoli e Time Crime e le traduzioni sono di Bortolussi e Federico Lopiparo. L’ordine di pubblicazione in lingua originale è:

L’unico racconto, anche questo inedito in Italia, è The reflecting eye, nella raccolta Nocturnes.

***Tutte le citazioni sono tratte da John Connolly, Tutto ciò che muore, trad. di Stefano Bortolussi, Rizzoli, 2000.***

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Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

Rossella Lazzari ha scritto 151 articoli: