Recensito oggi su ThrillerCafe un libro non-fiction, Assalto alla Diaz di Simona Mammano, incentrato sui fatti del G8 di Genova 2001.

Titolo: Assalto alla Diaz
Autore: Simona Mammano
Editore: Stampa Alternativa
Anno di pubblicazione: 2009
Pagine: 196

Trama in sintesi:
Un volume che scandaglia quanto accaduto nella scuola Diaz di Genova la notte del 21 luglio 2001 attraverso le voci di manifestanti e poliziotti. Quelle stesse che hanno segnato i lunghi processi, riportando la stessa vicenda da punti di vista differenti, a volte discordanti, con versioni opposte. Ma sono tutte voci che ricreano, indipendentemente dal giudizio finale, lo scoppio di una “macelleria messicana” facendola passare per una “colluttazione unilaterale”.

“Assalto alla Diaz” non è un romanzo, ma un libro di inchiesta e di informazione che regge il confronto con qualsiasi noir. Infatti è il racconto, fatto attraverso le testimonianze dei singoli e le carte processuali, di ciò che avvenne nella lunga notte alla caserma Diaz durante il G8 del luglio 2001. Non ha trama nel senso letterario del termine, quindi, ma la vicenda si snoda, e sembra di averla tutta davanti agli occhi, nelle assolate strade genovesi, nell’orrore della caserma, attraverso le testimonianze del processo, una storia vera, nulla di inventato. E diventa così storia viva, non fiction, ma realtà dolorosa. Storia della nostra contemporaneità, analizzata e raccontata con sapienza.
L’accurato montaggio della documentazione di Simona Mammano, infatti, rende leggibile anche ai non addetti ai lavori lo svolgersi delle vicende del G8 e fa risaltare i fatti , le incongruenze e le omissioni.
Ogni cosa annotata con cura, ogni fatto accanto all’altro cercando il legame logico e così non si può sfuggire a ciò che è accaduto e pensare che un’estate infuocata e l’esaltazione giovanile abbiano prodotto un omicidio e un massacro. Anche la stampa viene analizzata negli articoli allarmanti che prevedevano che accadessero fatti mai avvenuti prima, poliziotti usati come scudi umani, anticipazioni di strategie mai ideate fino ad allora nelle manifestazioni e via dicendo. Perché, ci si chiede nel libro, cominciò a circolare tra i poliziotti la voce che i manifestanti stavano preparando sangue infetto da gettare contro le forze dell’ordine e perché il ministero aveva acquistato seicento body bags, i sacchi con cui si portano via i cadaveri, prevedendo numerose vittime anche fra le forze dell’ordine? Molte di queste notizie che circolavano venivano dal Cesis, il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza che, fino alla riforma del 2007, aveva il compito di coordinare l’intelligence militare e civile, con rapporti inviati nei mesi precedenti il G8, come risulta dai documenti citati.
Così abbiamo un saggio rigoroso nella metodologia di svolgimento e nel voluto e asettico ritrarsi dall’esprimere pareri ed emozioni, lasciando che la vicenda parli da sé, si costruisca come storia, con le fonti esatte e disposta in modo che sia letta e compresa da tutti.
E’ un raro esempio di libro ‘civile’ questo “Assalto alla Diaz”, che acquista valore non solo perché ricostruisce con puntualità, costanza e precisione attraverso gli atti processuali e le altre fonti documentarie quanto è accaduto a Genova nella caserma Diaz, ma anche per la forza interiore dell’autrice, assistente Capo della Polizia di Stato, che ha scelto di vivere il suo ruolo nel modo più coraggioso possibile, cercando la verità, quella che è possibile appurare e quella che ancora manca.

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Articolo protocollato da Silvia Torrealta



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