all-ombra-dell-imperoPrimo di una trilogia intitolata All’ombra dell’Impero, Il segreto del Mandylion è il nuovo romanzo di Alberto Custerlina appena uscito per Baldini & Castoldi; oggi lo recensiamo qui su Thriller Café.

Titolo: All’ombra dell’Impero. Episodio 1: Il segreto del Mandylion
Autore: Alberto Custerlina
Editore: Baldini & Castoldi (Collana Romanzi e racconti)
Dati: 2013

Confesso che mi aspettavo qualcosa di diverso, quando ho iniziato a leggere questo libro. Da un lato, perché conoscendo la produzione letteraria di Alberto Custerlina, non credevo che il suo nuovo libro si sarebbe discostato da quest’ultima in maniera tanto marcata, sia in termini di genere che di stile; dall’altro, perché avevo seguito con interesse e curiosità crescenti i post che l’autore pubblicava di tanto in tanto nella pagina facebook dedicata al romanzo prima della sua uscita: note storiche, foto d’archivio e curiosità sulla Trieste della Belle époque (e non solo) mi avevano portato a pensare, inizialmente, che “All’Ombra dell’Impero” sarebbe stato un giallo ambientato a Trieste – allora città asburgica – nei primi anni del secolo breve. Non mi sarei potuto sbagliare di più. Mea culpa.
Il riferimento al Mandylion presente nel titolo avrebbe dovuto farmi presagire che c’era dell’altro, ma chi sa perché ho pensato che la preziosa reliquia (già che siamo in clima di confessioni ammetto che ne ignoravo la storia prima che mi capitasse tra le mani il libro e fossi spinto dalla curiosità a documentarmi) sarebbe stata una sorta di sottofondo, l’elemento misterioso che avrebbe aleggiato nella trama rendendola più interessante, piuttosto che esserne il vero motore. Di nuovo: mea culpa.
Dunque cominciamo col mettere da parte gli schemi stereotipati del giallo, quelli del romanzo storico e quelli del romanzo d’avventura; mettiamoli da parte e prendiamo in mano questo volume rilegato cominciando ad apprezzarne, innanzitutto, l’aspetto grafico curato nei minimi dettagli. Non sono uno che giudica i libri dalla copertina: non l’ho mai fatto e non intendo cominciare ora, ma il libro di Custerlina si presenta davvero bene, merito di un’attenzione ai particolari che merita a mio giudizio il giusto riconoscimento in questa recensione.
Alzi la mano chi, di fronte ad un foglio di carta ingiallito, non sente l’impulso di guardarlo più da vicino per carpirne le informazioni, come se chi sa quali misteri potesse custodire. La copertina ha proprio questo aspetto, curato e accattivante; cattura l’attenzione del potenziale lettore e spinge a chiedersi quale storia custodisca il volume che essa racchiude.
Così cominciamo la lettura e veniamo catapultati sin dalle prime righe nell’ ambientazione del romanzo, rapiti dall’incalzare di una trama solida e ben costruita. Continuando a leggere, ciò che colpisce è la scrittura curata e scorrevole, all’apparenza semplice e formale ma in realtà – almeno, questa è stata la mia impressione – risultato di un’attenta ricerca, tendente a ricreare le atmosfere dell’epoca attraverso la lingua e un certo modo di presentare i personaggi, la loro storia, le loro abitudini. Ogni singola scena del romanzo si svolge all’interno di una ricostruzione storica meticolosa, che tuttavia emerge negli spunti che l’autore dissemina nei dialoghi, nelle azioni e nelle descrizioni – brevi ma accurate – che non spezzano il ritmo della narrazione come accade spesso altrove, dove lunghe e noise digressioni da enciclopedia, più che risultare utili al lettore per calarsi nell’ambientazione, hanno un sapore autocelebrativo che francamente m’indispone nei confronti del libro, più che farmelo apprezzare.
È questo che mi è piaciuto del romanzo di Custerlina: più che ambientato all’inizio del secolo ventesimo, sembra un romanzo scritto in quel periodo. E devo dire che è stato bello seguire le vicende dei personaggi come se fossero usciti dalla penna di uno dei maestri del romanzo di avventura dell’ottocento che avevo amato da ragazzo. Dopo averlo letto, ho capito cosa intendesse l’autore quando parlava di una trama avventurosa a tinte gialle. In questo libro, gli elementi caratteristici di giallo, del mistero e dell’avventura si legano tra di loro per dare vita ad una storia di grande respiro che non mancherà – ne sono certo – di soddisfare le aspettative dei lettori più esigenti.
Seguirete le avventure di Artan Hagopian, mercante di oggetti esotici e custode del Mandylion, attraverso le strade di una Trieste agitata dal fermento della sua epoca fino ai bassifondi di Hong Kong, tra anziani esperti nell’antica arte della divinazione, cabalisti e letali femme fatale affascinanti e pericolose; vi appassionerete alle indagini di Anton Adler, integerrimo commissario di Polizia, fervente sostenitore delle più recenti innovazioni nel campo dell’investigazione scientifica e lo vedrete scontrarsi con misteri e mali antichi che andranno oltre la sua comprensione, mettendo a dura prova la sua fede nella scienza e nella razionalità. Tra sette esoteriche, macabri rituali, lotte nell’oscurità con uomini senza nome e l’ombra incombente di un potente nemico.
Questo è stato, per me, Il segreto del Mandylion. Una storia avvincente.
Una storia All’ombra dell’Impero.

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Articolo protocollato da Oreste Patrone



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